Anatocismo New Concept Advisory

Una condanna da quasi 500.000 euro

Il Tribunale di Benevento condanna il Banco di Napoli a risarcire un’azienda per circa 487.000 euro. L’accusa è di aver applicato anatocismo bancario su alcuni conti correnti.

La vicenda

Un calvario durato 11 anni. Questa è stata l’attesa per formulare la sentenza definitiva. Sentenza che è arrivata dal Tribunale di Benevento e che sanziona il Banco di Napoli, del gruppo Intesa San Paolo, a risarcire circa 487.000 euro a un’azienda, la Sa.da srl, di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino. Il reato per cui viene accusato l’istituto di credito è forte, anche se rientra nei classici illeciti attuati dalle banche. Stiamo parlando dell’anatocismo bancario, ovvero l’applicazione degli interessi su interessi. Il gip che si è occupato della vicenda è stato Remo Ferraro, che ha esaminato la domanda esposta dal difensore dell’azienda, per poi esprimersi in favore della società.

Una vittoria per la legge e una sconfitta per le banche.

Cos’è l’anatocismo bancario?

Con il termine anatocismo si indica una delle pratiche più diffuse dalle banche per cercare di rubare soldi. Tra di esse rientra anche quella dell’usura bancaria. In sostanza, l’anatocismo indica la produzione di interessi su altri interessi, per questo motivo vengono creati i cosiddetti interessi composti. Il punto è che la produzione di questi interessi viene fatta su interessi scaduti o non pagati, per cui diventa illegale.

Inoltre va anche precisato che, da poco tempo, è stata approvata una nuova legge che fa diventare legale l’anatocismo se viene autorizzato direttamente dal cliente, tramite la firma di documentazioni specifiche. Ricordate sempre di stare attenti a cosa firmate, pena il pagamento di soldi extra.

Una vittoria che fa riflettere

Questo processo fa comprendere due cose importanti. In primis, che le banche non la fanno franca contro la legge, che inevitabilmente riconosce gli illeciti compiuti dagli istituti di credito. La seconda è che i processi burocratici, a volte, sono davvero troppo lunghi e che bisognerebbe velocizzare la chiusura delle cause, per prevenire il fallimento di molte aziende.

Infatti un imprenditore, Giuseppe Schirru, ha visto fallire la propria azienda per condanne verso le banche arrivate troppo tardi.


Fonte