Bond che si sono rivelati un raggiro colossale

La Corte d’Appello di Bari ha condannato due istituti di credito con filiali nel territorio pugliese a risarcire dei clienti che avevano acquistato dei bond, rivelatisi poi una truffa. Migliaia di euro da pagare, oltre il risarcimento completo di tutte le spese legali sostenute dalle vittime.

Due storie che hanno molto in comune

Bari. Due vicende separate, che hanno in comune un unico e solo elemento: un investimento non corretto verso le proprie banche. Istituti che puntano al loro guadagno personale, non solo non preoccupandosi minimamente del proprio cliente ma, al contempo, scavalcando la legge. Ma procediamo con ordine. Le storie di una casalinga di Trani, nel primo caso, e di un operaio di Bari, nel secondo, hanno inizio entrambe circa dieci anni fa.

La casalinga decide di recarsi presso la propria filiale di fiducia, ovvero Monte dei Paschi di Siena con sede a Trani, per investire sul proprio futuro. Stanca di non riuscire ad aumentare il proprio patrimonio in maniera importante e volenterosa di migliorare il suo futuro e quello della sua famiglia, chiede alla banca cosa può fare. La risposta è immediata: l’invito è acquistare dei bond di tipo Cirio, dal profitto elevato e praticamente assicurato.

Peccato, però, che non è stato specificato in alcun modo che questi titoli avevano un tasso di rischio molto elevato. In parole semplici, c’è una buona probabilità che possano perdere di valore e, quindi, far perdere tutti i risparmi investiti. Questo, purtroppo, è ciò che è capitato alla malcapitata donna, nonostante fosse stata rassicurata più volte dai funzionari della banca. Così partirà una lunga battaglia giudiziaria che durerà anni e anni ma, fortunatamente, avrà un epilogo felice.

Un operaio preso in giro

Per quanto riguarda la storia dell’operaio di Bari, invece, l’istituto di credito è diverso, ma la vicenda ha molti elementi in comune con il primo caso che abbiamo appena raccontato. L’uomo, infatti, è in cerca di un modo per ampliare le sue finanze, sia per migliorare la propria condizione ma anche per godersi momenti di svago e vacanza, di norma molto difficili da attuare, a causa del super lavoro e delle continue spese a suo carico. Ed è così che inizia una trattativa presso la propria banca, una filiale della Bcc di Alberobello e Sammichele. La proposta è anche qui di investire in bond, questa volta di tipo Argentina.

Titoli che hanno provocato diverse perdite finanziarie a uno svariato numero di persone. Che un titolo possa essere rischioso è cosa normale, però la banca ha l’obbligo per legge di avvertire chiaramente i propri clienti circa questi rischi, altrimenti si commette reato. L’operaio non era stato informato per nulla di questi rischi, anzi è stato invitato più volte ad investire in queste azioni, il cui risultato positivo sarebbe stato certo.

Anche in questo caso, l’uomo decide di acquistare titoli per migliaia di euro ma, poco dopo tempo, si è ritrovato senza un centesimo, perché il valore dei suoi bond è crollato vertiginosamente. La conclusione è presto detta: l’operaio decide di non darla vinta, così inizierà una battaglia senza sosta, per riavere tutto quello che ha perso.

L’inizio dell’odissea: la battaglia della casalinga

Arrivati in aula, entrambe le vittime si preparano a dare una lezione che le loro banche ricorderanno nel tempo. La casalinga decide subito di assumere un team composto da periti e avvocati, per aggredire velocemente Mps e puntare al risarcimento entro tempi brevi. La banca però è furba, capisce cosa sta succedendo e decide di attuare la sua solita tattica per prendere tempo. Prima richiede ulteriori indagini e conferme, poi nega tutte le accuse, per poi infine provare a rimandare tutte le udienze il più tardi possibile.

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Bond argentini. Banca condannata per non aver informato i clienti

Il risultato di questo gioco di coda è un allungamento dei tempi atroce. Passano gli anni e la donna inizia a diventare frustrata per quel che sta accadendo ma decide di insistere. La volontà è di chiedere giustizia per tutto quello che ha subito e sta subendo.

Così si arriva a ben dieci anni di attesa, periodo in cui finalmente arriva la risposta della Corte d’Appello di Bari.Per mancanza di informazioni e chiarezza, i bond sono stati acquistati in maniera non corretta. Per questo motivo, ora Mps dovrà risarcire interamente la donna della somma che ha versato per l’acquisto dei titoli, ma non solo. Tutte le spese sostenute in dieci anni di cause e udienze, dovranno essere risarciti completamente.

Una conclusione felice, anche se dalla lunga attesa

Per quanto riguarda l’operaio, invece, la vicenda si rivelerà molto simile. Prima si arriverà alla condanna (anche qui dopo dieci anni di attesa) al risarcimento di tutte le cifre spese per l’acquisto dei bond argentini. Poi arriverà anche la conferma del rimborso integrale delle spese legali sostenute.

In una nota dei Giudici della causa verso la Bcc, si capisce immediatamente la somiglianza tra i due casi. “L’intermediario ha l’obbligo di assicurarsi che le informazioni siano sufficienti ed adeguate al cliente e ha il dovere di astenersi da proporre ed eseguire operazioni inadeguate al cliente”. Questo è, in parole povere, cosa è capitato ad entrambe le parti.

Una vittoria schiacciante, che dimostra come la perseveranza nel far valere i propri diritti alla fine porta a dei risultati positivi. Peccato solo per la lunga attesa ma, alla fine, i soldi sono stati restituiti. Ora la casalinga e l’operaio possono riprendere la loro vita con un pizzico di felicità in più e la sicurezza che le banche siano state punite per le loro malefatte.

L’unica cosa da fare è combattere per riavere i vostri soldi

Queste due storie dimostrano come sia impossibile fidarsi ciecamente delle banche. Spesso può capitare che degli investimenti vengano fatti fare in maniera svantaggiosa quindi bisogna prestare molta attenzione a riguardo.

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