Decreto vittime crisi banche New Concept Advisory

Una speranza insufficiente per chi si è trovato svuotato i propri conti

Approvato un decreto per le vittime della crisi delle banche di un anno e mezzo fa. Ma sarà necessario dimostrare che la truffa subita sia reale. Previsti anche rimborsi non totali per le vittime. Una vergogna.

Un Decreto per aiutare le vittime delle banche

Finalmente si scorgono i primi movimenti a favore dei cittadini colpiti dalla crisi delle banche. Parliamo di persone che hanno visto i loro risparmi azzerarsi a causa delle perdite subite dagli istituti di credito negli anni. In particolare, stiamo parlando delle vittime di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. La data in cui è arrivato il Decreto è lo scorso 13 giugno.

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Ecco cosa prevederà il Decreto. Un possibile risarcimento per i cittadini. Avete sentito bene, il rimborso è solo potenziale. Questo perché il recupero dei soldi non sarà immediato per i malcapitati, ma ci saranno dei controlli caso per caso. Entro 30 giorni dall’esame della vicenda posta, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) avrà il potere decisionale di concedere un rimborso, respingere la domanda di risarcimento o ridare solo una parte dei soldi di cui una persona è stata privata. Delusione e rabbia profonda quella dei cittadini, che già hanno dovuto attendere oltre un anno e mezzo per questo Decreto. Ora anche la beffa finale.

C’è da dire anche che il Fitd non è famoso per i rimborsi integrali ai cittadini. In media stabilisce una cifra forfettaria, che al massimo arriva all’80% delle perdite subite, quindi difficilmente c’è probabilità che le vittime di questa truffa e scandalo vedranno mai interamente la somma totale che hanno perso.

Gli svantaggi: rimborso non totale e dover dimostrare di essere stati truffati

Cosa dobbiamo aspettarci? Entro il 13 luglio il Fitd dovrà dare una risposta, accompagnata da un’offerta pubblica ai risparmiatori protagonisti della vicenda, secondo quanto stabilito dal Decreto. Inoltre c’è da precisare che, visto che è stato il Governo stesso a stabilire questa modalità di rimborso, ogni persona sarà vincolata totalmente a questa scelta, se decide di affidarsi al rimborso da parte dello Stato.

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Il cittadino dovrà presentare una istanza entro quattro mesi dall’offerta fatta dalla Fitd per aver diritto al rimborso proposto. Se si farà domanda oltre questo periodo, ogni richiesta di risarcimento sarà perduta. Sarà necessario utilizzare un modulo apposito che sarà fornito dall’Anac e dal Fitd stesso, per poter presentare domanda. Richiesta che dovrà essere effettuata tramite posta elettronica certificata (PEC) oppure tramite raccomandata al collegio arbitrale. Farà fede la data in cui verrà mandata la mail o spedita la raccomandata.

Altro elemento che ha fatto storcere il naso ai cittadini è la richiesta di dover dimostrare personalmente che la truffa subita sia stata tale. Si legge chiaramente nel Decreto che ogni cliente è tenuto a provare la “responsabilità per violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria”, cosa che in realtà dovrebbe fare la banca. Insomma, non solo una grande possibilità di rimborso non totale, ma anche il dover prodigarsi a dimostrare la truffa subita. Cosa che probabilmente comporterà dei costi, visto che sarà necessario un esame dei propri conti.

Avete diritto al rimborso integrale, non accontentatevi!

Questo Decreto è molto deludente per i cittadini. Persone oneste che hanno subito un’ingiustizia, ora si trovano a dover dimostrare di essere stati derubati dalle banche, dopo un anno e mezzo di attesa. E dovranno anche aspettarsi un rimborso non totale. Uno scenario triste e deludente.

Ma bisogna combattere queste ingiustizie. Non fatevi piegare dalle decisioni non giuste. Reagite, affidandovi a persone che sapranno guidarvi nel recuperare integralmente i vostri soldi. Chiamateci: 0375-833181.


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