Vittoria su banca Torino New Concept Advisory

Imprenditore messo alle strette da un istituto di credito

Un correntista si è ritrovato con numerosi illeciti presenti in un contratto stipulato presso un noto colosso bancario. Riconosciuti oltre 180.000 di risarcimento. Un ribaltamento completo del caso.

Un conto corrente sospetto

Un imprenditore ha dovuto affrontare una situazione non semplice. Ovviamente, come di consueto, di mezzo ci sono sempre le banche. Un conto corrente che presentava irregolarità di vario tipo, in particolare riferimento alla forma contrattuale dello stesso.

Inizialmente, l’uomo, parte attrice, si ritrova a dover pagare delle tassazioni molto elevate e ha difficoltà a rimanere in regola con i pagamenti. Così, il conto corrente inizia ad andare in rosso, con un debito verso la banca di poco più di 5.000 euro. Però, questo conto, stipulato nel marzo del 1994, non è mai stato del tutto chiaro al titolare dello stesso, ma non è stato in grado di comprendere subito come reagire. Intanto sono passati anni, e l’imprenditore si è ritrovato con dei debiti da pagare. Ma l’uomo vuole vederci chiaro, così decide di citare la banca in giudizio, per far luce sull’intera vicenda.

Infatti, secondo i primi rapporti dei suoi consulenti di parte, ci sarebbero irregolarità che porterebbero il conto stesso ad avere un saldo verso il correntista di circa 186.000 euro. Praticamente un ribaltamento totale rispetto ai 5.000 euro iniziali che deve alla banca. La battaglia in aula sarà lunga e difficile, e porterà con sé anche un rinvio.

La battaglia in Tribunale: il ribaltamento del caso

Il caso arriva così all’attenzione del Tribunale di Torino, che si occuperà di far luce sull’intera vicenda. Da una parte abbiamo la parte l’attrice, l’imprenditore, che richiede un ricalcolo completo delle tassazioni presenti nel contratto, perché presenta degli illeciti in grado di far annullare lo stesso. In questa maniera, si arriverebbe al ricalcolo completo del patrimonio presente sul conto corrente, depurandolo di tutti gli interessi pagati e non dovuti.

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Dall’altra parte, abbiamo la banca, che non solo rigetta le accuse, ma presenta dei documenti in aula volti a dimostrare la regolarità del contratto. Inizialmente c’è un rigetto della domanda di annullamento del contratto da parte dei giudici, ma l’uomo non si arrende e decide di far ricorso, convinto che l’insufficienza delle firme poste sul contratto indica l’annullamento dello stesso. Infatti, per legge, si è obbligati a firmare per iscritto tutte le condizioni contrattuali tra le parti, per vincolare la volontà di negoziazione delle persone coinvolte. Se è presente (come in questo caso) una sola delle due firme necessarie tra le parti (banca e imprenditore), il contratto è da considerarsi nullo.

Così parte il secondo round, questa volta con argomentazioni sempre più precise e valide. Il giudice nota il punto di vista dei consulenti di parte dell’imprenditore, così decide di rivedere il caso. Un esame più approfondito conferma che il contratto è nullo, per cui è possibile richiedere il risarcimento richiesto in fase iniziale. Oltre 180.000 euro per l’uomo, che si ritrova cambiata la propria vita, grazie a questa vittoria.

Per ottenere risultati così eccellenti, è stato necessario l’intervento di un team di esperti in materia. Persone che sanno valutare concretamente il caso insistere e vincere sulle ingiustizie fatte dalla banca. Combattete per i vostri diritti e soldi, la vittoria è possibile.

L’importanza di questa sentenza

Questa sentenza è molto importante, perché pone un punto importante in materia di regolamentazione dei contratti. Infatti, per alcuni contratti che richiedono la forma scritta ad substantiam, bisogna porre per iscritto, e in maniera tangibile, la volontà di entrambi le parti ad accettare il contratto.

Questo può avvenire in due maniere diverse. La prima scelta è firmare un unico documento che specifichi tutte le clausole necessarie che sono state concordate dalle parti. Quindi, una volta firmato, pone valore legale sulla volontà di entrambi nell’accettare queste condizioni (che ricordiamo devono essere sempre chiare e contenenti tutte la tassazioni previste). La seconda alternativa è di produrre due documenti distinti, ognuno dei quali sancisce la volontà di ogni ente a stipulare il contratto. Così è possibile avere conferma della volontà negoziale delle parti.

Solo in questa maniera la legge sancisce che tutto sia in regola. La presenza di una monofirma, in fase di contratto, prevede la possibilità di poter annullare lo stesso. Così verranno eliminati tutti gli interessi pagati non dovuti.

Mai farsi piegare dalle banche, bisogna reagire, perché è possibile vincere!

Questa vicenda dimostra come le banche utilizzano tutti i loro mezzi a disposizione per farla franca in Tribunale. Con numerosi illeciti presenti nel contratto, era necessario ricalcolare completamente tutti i tassi d’interesse del contratto stipulato. Ora la parte attrice può tirare un sospiro di sollievo e godere del vincente risultato ottenuto.

Ricordatevi che è possibile sconfiggere le banche, se assistiti da un team di legali esperti. Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, non esitate a chiamarci: 0375-833181. Possiamo fornirvi i mezzi necessari per combattere per i vostri diritti.


Fonte: Sentenza n. 478/2017 pubbl. il 28/02/2017 RG n. 168/2014