Banche Venete e Intesa Sanpaolo esuberi New Concept Advisory

Licenziamenti in arrivo per molti dipendenti di banca

La fusione tra le banche venete e Intesa porterà con sé una scia di licenziamenti. Previsti oltre 1000 esuberi per i dipendenti di Veneto Banca e Popolare Vicenza, altri 4000 per Intesa.

Oltre 5000 esuberi da organizzare

In questi giorni si è svolta una riunione tra i vertici di Intesa Sanpaolo e i sindacati. Tema cardine sono stati gli effetti della fusione tra le banche venete e il colosso bancario. Oltre allo spinoso tema della chiusura delle filiali, molto spazio è stato dato alla questione esuberi. Questo perché si vuole arrivare alla fusione in tempi brevissimi (addirittura si parla entro fine luglio), per permettere alle banche venete di riprendersi dalla crisi che sta attraversando.

Come si procederà con questi esuberi? Quali saranno le garanzie per il personale di banca? L’integrazione delle due ex venete prevederà per i dipendenti attuali degli istituti veneti prepensionamenti volontari su 7 anni e una grande mobilità territoriale. Questo per portare il personale dove serve e per ridurre il numero fisico di filiali presenti. Parliamo di oltre 1000 esuberi, che dovranno avvenire entro metà del 2017, in concomitanza con il ridimensionamento delle sedi di banca.

Dopo aver sistemato la questione delle banche venete, sarà tempo di pensare a un ridimensionamento di personale anche di Intesa. Anche qui, si punta a far arrivare al prepensionamento volontario i propri dipendenti. Questa volta, però, le cifre cambiano. I tempi non sono ancora stati definiti, anche se si parla di almeno 7 anni, ma si punta di ridurre il personale di almeno 4000 persone. Cifre che porterebbero molti bancari a dover mollare il proprio lavoro. Al termine di questa procedura, Intesa arriverebbe ad avere circa la metà dei suoi dipendenti attuali, che ammontano a 8.200. Un vero e proprio cambiamento drastico, quello che si prospetta negli anni.

La svolta positiva in Borsa per Intesa

Mps New Concept Advisory
Mps. La ricapitalizzazione della banca porterà oltre 10.000 licenziamenti

Grazie alla notizia della fusione tra Intesa e le banche venete, la Borsa ha deciso di dare fiducia al colosso bancario italiano. I titoli sono saliti in maniera netta in sole due sedute. Parliamo di un incremento del valore della banca di circa 2,3 miliardi, che si stima in un aumento percentuale del 5,3%. Ricordiamo che la fusione tra queste banche avverrà anche grazie al supporto dello Stato, che stanzierà diversi miliardi per annullare i crediti deteriorati delle banche in crisi. Inoltre, nel tempo garantirà altri fondi per far mantenere una situazione di benessere economico al nuovo gruppo bancario.

In questo scenario molto positivo, la preoccupazione dei risparmiatori veneti si fa comunque sentire. Arriva un commento del presidente del consorzio veneto garanzie, che parla chiaro. “Anche se la banca che subentra, Intesa, è solida, potrebbe comunque essere richiesto alle imprese l’immediato rientro di parte delle esposizioni”. Come risolvere il problema? Chiedendo il supporto, in maniera precauzionale, anche della regione.

Gli aspetti negativi della fusione

Lo scenario di fusione delle banche venete con Intesa porterà con sé grandi cambiamenti. Previsti numerosi licenziamenti per bilanciare i costi necessari a sostenere due nuove banche all’interno di Intesa. Una mossa che sicuramente preoccupa i dipendenti attuali.

Intesa Sanpaolo, però, non è tutta rose e fiori. Recentemente è stata coinvolta dall’Antitrust in un’indagine per anatocismo. Ricordate sempre, non fidatevi ciecamente dei funzionari bancari. Se notate anomalie nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, non esitate a chiamarci: 0375-833181.


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