Beni New Concept Advisory

Un ingegnere pronto a difendere il proprio patrimonio

Un ingegnere di Avellino, durante l’udienza di vendita dei suoi beni, decide di arrestare il giudice. Poi si è barricato in Tribunale in attesa del verbale di arresto.

L’arresto di un giudice

Barricato per 9 ore in Tribunale. “Ho arrestato un giudice. Ho fatto un arresto da privato cittadino. Ma le forze dell’ordine l’hanno lasciata scappare. E’evasa. E intanto, fino a quando non mi date il verbale d’arresto, io di qui non me ne vado”. Con queste affermazioni, che suonavano come una minaccia, l’ingegnere Giuseppe Testa, ha tenuto testa a carabinieri, polizia e vigili urbani fino alle 20:30. Nessuno ha trovato un modo per fargli cambiare idea.

Nonostante i numerosi tentativi di dialogo, Giuseppe non si è mosso dal Tribunale. “L’arresto l’ho fatto qui e il verbale deve essere redatto qui, al terzo piano del tribunale di Avellino.” La situazione è stata risolta dalla polizia di Avellino, che, dopo aver recuperato un computer portatile, hanno raccolto le dichiarazioni dell’ingegnere. “Questo è un processo verbale. Voglio che venga ufficializzato il mio arresto del giudice, anche se in questo momento non si trova più qui“.

Una vicenda iniziata durante l’udienza per la vendita dei beni appartenenti alle società rappresentate da Giuseppe. Beni posti in vendita su istanza dell’allora Banca Popolare dell’Irpinia. Si esprime il legale di Testa. “E’ una procedura di espropriazione coattiva che va avanti dal 1990. Già nel passato l’ingegnere ha sporto denunce penali e promosso azioni civili contro quel provvedimento ingiusto, ma senza mai ricevere nessun riscontro. Evidentemente questa mattina l’esasperazione ha avuto la meglio”. “Sono vittima – dice l’ingegnere – di un accanimento che va avanti da 26 anni. Era arrivata l’ora di dire basta.”

Le motivazioni

Continua ancora Testa. “Sto lottando per la vita della mia famiglia. Vogliono farmi passare per pazzo, ma non rinuncio ai miei diritti e alla mia battaglia di legalità. Vogliono vendere all’asta dei beni che mi appartengono e vogliono farlo senza averne neanche i titoli”. Preso dalla frustrazione, durante l’udienza, Testa si è avvicinato al giudice l’ha ufficialmente dichiarata in arresto: “per i reati di tentata estorsione, riduzione in schiavitù, usura, omissione d’atti di ufficio e malversazione”.

Lo stesso ingegnere, in un momento di pausa, racconta quei concitati momenti: “All’inizio il giudice ha pensato che stessi scherzando, ma poi ha capito che facevo sul serio. Hanno allora chiamato uno dei carabinieri che presta servizio in tribunale e lo abbiamo aspettato insieme per qualche minuto. Poi il giudice si è stancato di aspettare nell’aula e ha detto che se ne andava in cancelleria. Mi ha detto “non si preoccupi ingegnere, non me ne scappo”. Poi è arrivato il carabiniere, ha raccolto la mia versione dei fatti ed è entrato nella cancelleria dal giudice. Insieme se ne sono usciti e se ne stavano per andare: li ho fermati chiedendo il verbale dell’arresto che avevo fatto da privato cittadino e il carabiniere mi ha risposto “dopo, dopo”. E invece ho poi saputo che è stato il giudice a presentare una denuncia contro di me. A questo punto ho deciso di non andarmene, che sarei rimasto qui in tribunale fino a che non mi avessero portato quel verbale del mio arresto. Sto difendendo un patrimonio che mi sono sudato una vita”.

Una persona ridotta allo stremo da un sistema che ascolta poco il cittadino.

Difendere i propri diritti è fondamentale

Questa particolare vicenda dimostra come le persone sono pronte a difendere i propri diritti a ogni costo. Anche se questo vuol dire barricarsi in tribunale o procedere all’arresto di un giudice.

Ricordatevi che affidandovi in mani sicure sarete in grado di salvaguardare il vostro patrimonio.


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