Interessi ultralegali e anatocismo, da debitrice a creditrice

Interessi ultralegali, anatocismo, commissione di massimo scoperto: queste le cause che hanno trasformato un’azienda da debitrice a creditrice verso la banca. Questo secondo il pronunciamento del Tribunale di Benevento, del  6 aprile 2016.

Il caso

Il contenzioso si svolge fra una Spa e una Banca Popolare Soc. Cooperativa. L’istituto di credito pretendeva la somma di 561mila euro dalla società debitrice, di cui 148mila per 82 cambiali “ritornate e insolute e protestate” e 412mila euro “per capitale scaduto ed a scadere relativo al contratto di finanziamento”.

La società però non ci sta e si rivolge al giudice, mettendo in dubbio la legittimità delle prassi bancarie applicate in assenza del contratto o violando le norme di legge: interessi ultralegali, anatocismo e commissione di massimo scoperto.

Il giudice dispone così una perizia tecnica, volta a scoprire eventuali irregolarità nei rapporti regolati fra la banca e l’azienda ricorrente. E la CTU evidenzia “voci di debito effettivamente non dovute… , spese e interessi in misura illegittima”, scovando ben 479 operazioni di sconto cambiario sulla base di contratti privi delle condizioni economiche.

Da una situazione di debito, per 139mila euro, l’azienda è quindi passata ad una situazione di credito nei confronti della banca per 326mila euro. Insomma, una situazione ben diversa da quella prospettata dalla banca al proprio cliente.

La sentenza

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Il Tribunale di Benevento

A questo punto il giudice, appurata la situazione reale del rapporto che intercorreva fra la banca e la società debitrice, rileva l’esistenza di un credito a favore della società sulla banca di 326mila euro. Al contempo, però riconosce il debito della società nei confronti della banca di 561mila euro, condannandola rifondere la banca di questa cifra.

Divide, infine le spese legali, 3/5 a carico della società e 2/5 a carico della banca, mentre quelle della CTU le divide a metà fra le parti.

Cambiare la propria sorte

Sì, è possibile cambiare la propria sorte nei rapporti con le banche, senza dover per forza soccombere.

Per farlo sono necessarie due condizioni fondamentali:

  1. Volerlo fortemente ed esser determinati nella battaglia
  2. Affidarsi ai professionisti giusti. Non basta essere avvocati per affrontare questo tipo di cause, è necessario aver sviluppato delle conoscenze specifiche in materia, che consentono di padroneggiarla e di portare a casa risultati importanti. Sconfiggere una banca sul proprio campo non è impresa impossibile, ma è necessario essere muniti degli strumenti adatti.