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Intesa San Paolo e Credito Sardo accusati di usura bancaria

Intesa San Paolo e Credito Sardo sono accusati per aver applicato usura bancaria nei confronti di Fidia srl. La prima data per il processo è fissata per il 19 luglio.

Un rinvio a giudizio

Olbia. Enrico Salza, presidente di Intesa San Paolo e Giorgio Mazzella, rappresentante legale della Banca di Credito Sardo, e tre direttori di banca di Credito Sardo sono stati rinviati a giudizio. L’accusa che pende sui cinque imputati è quella di usura bancaria nei confronti di Fidia srl, società che gestiva supermercati con sede a Olbia.

Le due banche avrebbero applicato, nel periodo che va dagli anni 2003 al 2011, interessi di tipo usurario sul conto della società. Ricordiamo che gli interessi applicati su un conto corrente diventano usurari solo nel momento in cui superano il tasso soglia previsto dalla legge, stabilito dalla normativa di Bankitalia. Elisabetta Carta, il gup che si occupa del caso, ha deciso per il rinvio a giudizio dei funzionari di banca davanti al Tribunale di Tempio. La data per la prima udienza del processo è fissata per il prossimo 19 luglio.

Le persone coinvolte

I nomi delle persone coinvolte sono tutti di spicco. Enrico Salza, presidente di Banca Intesa Sanpaolo dal 2007 al 2014, Giorgio Mazzella, rappresentante legale del Credito Sardo dal 2009 al 2011, Sandro Melis, Patrizia Pillai e Maria Maddalena Raimonda Era. Questi ultime tre persone sono state rispettivamente direttori di alcune filiali coinvolte. Nuoro, Olbia e nuovamente Nuoro, durante il periodo preso in esame dalla sentenza.

La parte attrice della causa è rappresentata da Franco Salvatore Cancellu e la moglie Rosa Anna Sanna, soci di Fidia srl, la società coinvolta in questa vicenda, liquidata dopo il 2011.
Secondo i calcoli effettuati dalla consulenza di parte, risultava una differenza di 100.000 euro tra quanto richiesto dal Banco di Credito Sardo e quanto effettivamente dovuto secondo la parte offesa al momento della chiusura del conto corrente.

Un giusto rinvio a giudizio, che conferma come le banche non devono ingannare i clienti. Una prima vittoria per il privato cittadino e un’ennesima sconfitta per le banche.

L’usura bancaria va punita

Questo rinvio a giudizio conferma ancora una volta quanto siano arroganti le banche. In questo caso, a causa di applicazione di probabili interessi usurari, una società è fallita.

Ricordatevi sempre di combattere le ingiustizie. L’unico modo per farlo è affidarsi a delle persone esperte. Figure che hanno vinto contro le banche, garantendo il rimborso ai clienti.


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