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Ubi Banca, dopo un anno, mostra i risultati della sua ripresa

Secondo Jean-Pierre Mustier, amministratore delegato di Ubi Banca, l’istituto sta attraversando un periodo di forte ripresa, in cui il “sistema è più solido”. Ma l’Italia invece, in che condizione è attualmente?

Un anno intenso per l’istituto

Una banca che ha affrontato un anno difficile. Ma ne è venuta fuori più forte, con un aumento delle proprie azioni consistente. Si parla di titoli aumentati del valore di circa l’85%. Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di Ubi Banca, l’istituto di cui stiamo parlando, è molto soddisfatto dei risultati ottenuti. “Non è stato un anno difficile, direi un anno intenso. Nel quale ho lavorato con il team della banca e con i soci. E i risultati sono arrivati. In dodici mesi le azioni Unicredit sono cresciute dell’85%”.

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L’ad si mostra molto ottimista, ma in realtà sono stati 12 mesi di fuoco per l’istituto, che era in uno stato di crisi profonda e aveva bisogno di una ripresa veloce e forte. Fortunatamente, la banca è riuscita nell’intento. “Abbiamo avviato una profonda trasformazione della banca. Dovevamo diventare una semplice, banca commerciale paneuropea. E rafforzare il capitale spiegando agli investitori non solo il nostro piano, ma anche che l’Italia era un Paese sul quale investire, rappresentava un’opportunità”.

Convincere i cittadini a investire in una banca di un Paese che ha alle spalle precedenti di crisi bancarie multiple non è semplice. Secondo Pierre, però, le questioni più gravi sono state risolte. “Oggi si può dire che il rischio sistemico è alle nostre spalle. L’intervento del governo è stato molto coraggioso e la soluzione che è stata trovata può trasformare la percezione dell’intero sistema bancario italiano. La riduzione del rischio si è già rivelata molto favorevole per tutte le banche quotate. Lo scenario, adesso, è molto diverso. E positivo.”

Una figura importante per l’economia dell’Italia

Ricordiamo che un anno fa Ubi aveva presentato un preciso piano di ripresa, con obiettivi e numeri da raggiungere. Jean Pierre non si è scordato di quei numeri e conferma che c’è ancora tanto lavoro da fare. “Abbiamo mantenuto gli impegni e continueremo a farlo. Dopo l’aumento di capitale, abbiamo una situazione patrimoniale molto solida. Stiamo riducendo i costi: meno 1,7 miliardi all’anno dal 2019. Niente voli privati, viaggiamo in economy. Ci sono uscite concordate per circa 16 mila collaboratori e abbiamo assunto 2.000 giovani . Dovevamo ridurre il nostro profilo di rischio e lo abbiamo fatto.”

Mustier è una figura chiave per l’economia italiana. Infatti, è stato chiamato dallo stesso Governo italiano per trovare una soluzione alla crisi delle banche venete. Inizialmente, si era parlato di un ipotetico acquisto degli istituti da parte di Ubi. Ma l’Ad smentisce subito questa voce. Però, al contempo, esprime il suo parere positivo sulle scelte attuate dal nostro Paese, in particolare dell’intervento attuato dallo Stato per salvare le banche. “In questa fase non siamo compratori di banche, né in Italia né in Europa. E sarebbe stato difficile spiegare ai nostri azionisti la volontà di comprare mentre siamo impegnati in un piano di profonda trasformazione, che prevede esclusivamente una crescita organica. Ma lo ripeto: i salvataggi avranno un impatto positivo sul Paese”.

Il troppo ottimismo di Pierre

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Tutto rosa e fiori per Jean Pierre, tanto che viene classificato come “persona troppo ottimista”. Ma in Italia, si sa, attualmente sta attraversando ancora questione legate alla crisi, molto importanti. “È importante guardare i numeri e guardare un po’ oltre, al futuro. In molti campi le aziende italiane sono leader . Non va dimenticato Se penso ai discorsi che sentivo dodici mesi fa, i timori sulle banche, sui Btp, sugli Npl. Però alla fine gli investitori hanno creduto nel nostro progetto industriale e oltre il 65% degli azionisti sono investitori internazionali. La dimostrazione che i mercati sono molto attenti a vedere le cose che si fanno più che ascoltare parole”.

Insomma, per Ubi Banca va tutto alla grande, tanto che ora il capitale dell’istituto è aumentato notevolmente e sembra che anche lo scenario italiano venga guardato con occhi diversi. Ma sarà davvero così la realtà italiana? Ricordiamo che attualmente il nostro Paese ha un tasso di povertà altissimo e solo l’8,5% delle banche vengono considerate affidabili. Il resto propone conti e azioni che rischiano di danneggiare i propri clienti. Una ripresa, bisogna ammetterlo, c’è stata, ma da qui a vedere uno scenario positivo la strada è ancora lontana. Diffidate della troppa positività dei banchieri, la realtà è ben diversa.

Salvaguardare il proprio patrimonio: una necessità fondamentale

Le affermazioni dell’amministratore di Ubi riflettono un successo dell’istituto e una ripresa economica dello stesso. Ma l’Italia ha ancora tanta strada da fare e bisognerà aiutare maggiormente i cittadini adesso, piuttosto che le banche. Il rischio di aumento di povertà e disoccupazione è sempre alle porte, non bisogna dimenticarlo.

Per questo motivo, salvaguardare i propri risparmi è importante. Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, non esitate a chiamarci: 0375-833181. Saremo in grado di individuare illeciti nei vostri conti e guidarvi verso il risarcimento dovuto.


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