Unicredit condannata per usura bancaria

Anche Unicredit incorre nel reato di usura bancaria e viene condannata. Accade a Moliterno, in provincia di Potenza, in Basilicata. Un’altra storia che vi raccontiamo e che narra di una vittoria contro la banca da parte di un paio di imprenditori.

La vicenda

unicredit_towerLa storia affonda le proprie radici nel lontano 1997 quando due imprenditori, marito e moglie, richiedono e ottengono un mutuo di 120 milioni delle vecchie lire da restituire in 180 rate. Nel 2010 si vedono recapitare un’ingiunzione di pagamento da parte della banca di 38mila euro, che corrispondeva secondo quanto sostenuto dall’istituto di credito all’ammontare degli interessi generati dal mancato pagamento di alcune rate del mutuo.

Una richiesta che la coppia non accetta e contro la quale muove opposizione, venendo difesa dall’avvocato Solimando. Il legale chiede al giudice Grazia Di Costanzo, del Tribunale di Lagonegro, la valutazione del rapporto bancario fra le parti, attraverso una perizia tecnica. Nel frattempo la banca notifica il pignoramento della loro abitazione, il cui valore viene stimato nel 2012 all’antivigilia di Natale dal consulente della banca.

L’esito della CTU

L’esito della perizia del consulente nominato dal tribunale stabilisce che gli interessi pagati dai due imprenditori durante la durata del loro mutuo avevano superato il tasso soglia d’usura stabilito dalla legge.

Il tribunale di Lagonegro
Il tribunale di Lagonegro

Non solo i due avevano dunque estinto il loro mutuo, pur non avendo pagato alcune rate, ma la banca oltre a non poter vantare alcun credito nei loro confronti, si era nel tempo indebitamente appropriata ad una somma equivalente a 24.805,14 euro.

La decisione del giudice è stata quindi quella di imporre a Unicredit la restituzione di questa somma alla coppia di imprenditori, che si è riservata di citare anche per danni la banca stessa.

Il prosieguo

Ed ora i due coniugi, oltre ad avere la restituzione di quanto pagato in più, la cancellazione del pignoramento e il ristoro delle spese, potranno pagare le rate rimanenti senza interessi e chiedere anche il risarcimento dei danni. Così si apprende dal legale dei due coniugi, l’avv. Solimando, dalle dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta del Mezzogiorno.

Basta subire!

Questa, come tante altre sentenze, dimostra che è finito il tempo di subire le condizioni e le vessazioni delle banche. Non sono enti intoccabili, le banche possono e devono esser battute, se sbagliano.

Per farlo non basta però averne diritto, è necessario impegnarsi e combattere e soprattutto scegliere un professionista con conoscenza, capacità ed esperienza specifica. La strada da percorrere non sempre è agevole, vi sono tribunali che in sede civile non accolgono ancora la richiesta di sospensione e necessita attuare strategie alternative e concorrenti come soltanto pochi studi sono in grado di fare.

Quindi vi è un’unica indispensabile mossa per far valere le proprie ragioni: affidarsi a professionisti seri, esperti in materia e vincenti!

 

 

 


Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno