Veneto Banca spese opere d'arte New Concept Advisory

Veneto Banca sotto inchiesta

Veneto Banca nel mirino delle autorità di Roma per l’acquisto gonfiato di alcune opere d’arte. Si parla di uno spreco di circa 14 milioni di euro, di cui dovranno rispondere gli ex dirigenti dell’istituto veneto.

Prezzi gonfiati dell’80%

La Procura di Roma sta svolgendo una nuova inchiesta che coinvolge Veneto Banca. Questa volta si parla di opere d’arte. L’argomento principale è il valore a cui sono state vendute tali pezzi artistisci, che sono ben 462. Un prezzo che, secondo le prime stime, sembra maggiorato di oltre 14 milioni, ovvero circa l’80% in più rispetto al prezzo originale di mercato. Gli ex vertici di Banco Veneta hanno letteralmente bruciato denaro facente parte delle casse dell’istituto.

Ricordiamo che attualmente le banche venete, tra cui anche Popolare di Vicenza, stanno affrontando un periodo di forte crisi, che forse porterà addirittura al bail-in per la ripresa. E in tutto questo si è aggiunta anche la richiesta di un ulteriore miliardo da privati, da parte dell’Ue. Insomma, questa indagine in corso non sta di certo avvenendo in un periodo particolarmente favorevole della banca, anzi tutt’altro. E probabilmente è anche un riflesso dello stato attuale negativo dell’istituto.

Uno degli elementi chiave dell’inchiesta è individuare i diretti interessati, coinvolti in queste compravendite, per poi verificare se ci sono stati dei guadagni di qualche tipo da parte di alcune persone specifiche. La valutazione è stata fatta su statue di Canova, specchiere settecentesche e altri tesori che fanno parte del patrimonio della banca, di cui si ritiene che “su 109 opere valutate sopra i 30.000 euro e pagate oltre 12,6 milioni, nessuna risulta valutata il giusto prezzo”.

I dettagli che hanno insospettito le autorità

Ma ci sono alcuni pezzi che hanno fatto insospettire parecchio le autorità della Procura. Stiamo parlando di 12 opere va Sotheby’s e altre 42 valutate da Bonhams. Le prime sono state pagate 1,25 milioni, con un prezzo di mercato che si aggirava ai tempi tra 256 e 400 milioni. Le seconde, invece, hanno un valore di 964.000 euro, ma sono state pagate 5 milioni di euro. Ma purtroppo non finisce qui. C’è un quadro di Gugliemo Ciardi, Pagato 404 milioni in più rispetto al suo valore: 9 milioni. Per questo i giudici hanno affermato che ci sono state “gravi e diffuse irregolarità” e si parla di “serie perplessità” sui prezzi d’acquisto, “superiori anche alle perizie, quando effettuate”.

I dubbi sui possibili arricchimenti derivano dal fatto che i prezzi sono troppo elevati rispetto al loro valore, per cui è quasi certo che qualcuno abbia tratto un guadagno illecito da queste transazioni. Inoltre, ai tempi dell’acquisto di queste opere, a capo della banca vi era Vincenzo Consoli, indagato finito per circa tre mesi agli arresti domiciliari con accuse di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza. Reati che sono compatibili anche con l’indagine attuale. Ed è stato già individuato che fu proprio l’ex direttore generale a sollecitare il cda a procedere agli acquisti senza badare a spese. Consoli, dal canto suo, sostiene che tutto è a norma di legge. Per ora la vicenda rimane in attesa e si attenderà la conclusione dell’intera inchiesta.

Un’altra scelta sbagliata

Questa indagine mostra come Veneto Banca abbia attuato delle scelte sbagliate nel corso del tempo. Decisioni che hanno portato l’istituto nello stato di crisi attuale.

Ricordiamo che Veneto Banca ha anche truffato i risparmiatori, facendo crollare i prezzi delle proprie azioni e provando a venderle a un prezzo stracciato.

Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, non esitate a chiamarci: 0375-833181.


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