Divania New Concept Advisory

Unicredit sotto processo per il fallimento di Divania

Il Tribunale di Bari si sta occupando della causa legata al Crac di Divania. Oggetto della causa sono 183 milioni di euro, addebitati da Unicredit senza alcuna autorizzazione.

Degli addebiti non autorizzati

Bari. Il Tribunale di Bari sta avviando una causa civile molto delicata, che riguarda la Divania da un lato e il colosso bancario Unicredit dall’altro. L’oggetto della causa sono 183 milioni di euro addebitati senza autorizzazione da parte di Unicredit, sui conti correnti di Divania. Una causa che coinvolge una somma ingente di denaro. Un’istanza depositata dalla Procura, di cui si sta discutendo il rinvio a giudizio di 16 imputati. Spiccano nomi importanti tra gli indagati, tra cui gli ex ad Federico Ghizzoni e Alessandro Profumo.

Stando alle indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia, Francesco Saverio Parisi, titolare di Divania, sarebbe stato raggirato e quindi indotto a sottoscrivere 203 contratti derivati. Contratti che, in pochi anni, avrebbero portato al fallimento la società nel 2011. Società che, anni fa, fatturava milioni di euro e dava lavoro a centinaia di persone. Secondo l’accusa Unicredit avrebbe attuato l’illecito nel corso degli anni, prelevando pian piano somme sempre più elevata di denaro. Fino a raggiungere il picco dei 183 milioni di euro, oggetto della causa. Circa 150 milioni di euro sarebbero stati contabilizzati come «conferme di contratto», senza però alcuna autorizzazione di addebito. 34 milioni invece risultano contabilizzati in assenza sia dell’autorizzazione di addebito in conto da Divania che delle relative conferme di contratto.

La falsificazione dei documenti

Fondamentale è il contenuto di una annotazione della Guardia di Finanza di Bari, secondo la quale alcune documentazioni sarebbero state falsificate. Il tutto per giustificare gli addebiti non autorizzati. Di queste somme ora viene richiesta la restituzione ai creditori entro breve. L’udienza preliminare è prevista per il 21 aprile e sarà in quella data che sarà deciso come proseguire con il processo.

Infine, Unicredit è stata condannata con due sentenze civili al pagamento di circa 20 milioni di euro, corrispondenti alle perdite dovute agli investimenti in derivati. Il Tribunale ha riconosciuto infatti «le gravi violazioni poste in essere nella gestione dei derivati che erano vietate dallo statuto sociale della società», sottoscritti dal titolare dell’azienda.

La legge deve essere rispettata

La causa di cui si sta occupando il Tribunale di Bari è molto importante. Perché coinvolge non solo un’ingente somma di denaro, ma anche dei creditori che sono in attesa di restituzione di soldi che gli spettano di diritto.

Anche Intesa San Paolo è stata condannata a restituire 5 milioni e 400.000 euro per alcuni contratti derivati.


Fonte