Bank of China New Concept Advisory

230 persone indagate per associazione a delinquere

Bank of China accusata di trasferimento di denaro dall’Italia all’estero in maniera illegale. Coinvolte nelle indagini oltre 230 persone, per associazione a delinquere.

Il patteggiamento

E’ passato un anno e finalmente si è conclusa la prima udienza preliminare sul caso dei money transfer cinesi. Udienza iniziata a marzo 2016, che a portato al rinvio a giudizio un numero elevatissimo di persone. Stiamo parlando di ben 230 individui, quasi tutti di origine cinese. Il processo continuerà a Prato, a partire dal 17 novembre. Luogo in cui sembra siano stati registrate le prime transazioni di denaro verso la Cina.

I vertici della filiale di Milano della Bank of China hanno patteggiato. Due anni di reclusione. Tuttavia questa pena è attualmente sospesa. Erano accusati di riciclaggio in concorso con tre legali rappresentanti della rete Money2Money. Anche loro hanno patteggiato a due anni e a multe da 4.000 a 2.600 euro. La banca anche ha preferito patteggiare, pagando una sanzione di 600.000 euro. Il giudice ha anche ordinato la confisca di 980.000 euro, come profitto avvenuto grazie al reato.

Le indagini

Si ricorreva alla tecnica dello smurfing per inviare il denaro verso la Cina. Grazie al versamento di piccoli importi del valore di massimo 2.000 euro si conduceva il raggiro. L’utilizzo di somme di basso valore era per evitare i controlli antiriciclaggio. In totale, tra il 2006 e il 2010, da Prato e Firenze, sarebbero partiti ben 4 miliardi e mezzo di euro. In questa maniera si è arrivati ai capi di accusa: evasione fiscale, commercio di merce contraffatta e sfruttamento di manodopera clandestina.

Dei quattro miliardi ipotizzati, molti sarebbero passati tramite la Bank of China di Milano. Grazie a questa mediazione l’istituto avrebbe intascato ben 758.000 euro. Per rispondere a tutte queste accuse, la banca si difende in questo modo. “Nel corso degli anni la filiale milanese della Bank of china ha rispettato la normativa nazionale e internazionale, ha migliorato il proprio assetto organizzativo e le procedure di controllo interne e innalzato le sue capacità di controllo del rischio e gestione del business così come riconosciuto dalle stesse autorità di vigilanza”. In pratica ammette che nel tempo sono migliorati i controlli per gestire meglio le situazioni illecite e rischiose.

All’inizio delle indagini, furono sequestrati molti più beni. Parliamo di 18 milioni di euro tra immobili, aziende e conti correnti. Ora gli imputati prosciolti stanno ottenendo la restituzioni di questi beni.

Un primo passo verso la conclusione del caso

Finalmente si è conclusa una prima parte del caso dei money transfer cinesi. Una vicenda che ha permesso di trasportare in nero ingenti somme di denaro, attraverso un abile raggiro.

Ricordatevi sempre che le banche hanno i loro metodi truffaldini per ingannare le istituzioni e il prossimo. Non lasciatevi ingannare.


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