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Un’asta bloccata per sospetta usura bancaria.

Il magistrato di Latina ha fermato la vendita da diversi milioni di euro delle proprietà dei garanti della Brilli Primo, fallita nel 2000. Tutto congelato per verificare l’ipotesi che all’azienda siano stati applicati tassi usurari.

Una storia che risale a tanti anni fa

Il sospetto dell’applicazione da parte delle banche di tassi usurari per oltre 365.000 mila euro congela l’asta dei beni del creditore fallito. La Procura di Latina ha fermato la vendita da diversi milioni di euro delle proprietà dei garanti di un’impresa fallita nel 2000.

L’asta era stata promossa da Unicredit, Banca Popolare di Aprilia e S.G.C. a cui la Banca Nazionale del Lavoro aveva ceduto i suoi crediti. Ma è stato fermato tutto accogliendo l’istanza di sospensione presentata dai fratelli Brilli, garanti della Brilli Primo, una ditta di costruzioni finita sotto pignoramento per i debiti contratti con le banche.

Con modalità, però, che se fossero confermate, potrebbero riscrivere una parte della vicenda che risale agli anni ’90. Periodo in cui i soci dell’azienda di Latina decidono di ricorrere a prestiti bancari, garantendoli con beni personali. Nel 2000 però alla Brilli non resta che dichiarare fallimento per circa 38 miliardi di lire di debiti. Così le banche aggrediscono prima il patrimonio della società e successivamente quello dei soci garanti.

La lunga vicenda giudiziaria

Inizia allora una lunga vicenda giudiziaria che vede il suo primo punto di svolta nel 2011. Anno in cui viene rivelato uno sforamento dei tassi applicati dalle banche rispetto alla soglia prevista dalla legge. Riscontrata, quindi, l’esistenza di usura nei rapporti bancari tra i fratelli Brilli e i tre istituti di credito. Questi avrebbero percepito interessi per una percentuale oltre la soglia legale. Incassi che ammontano a 294.141 euro per Unicredit, 41.360  per la Banca Nazionale del Lavoro e 30.113 per la Banca Popolare di Aprilia.

Da allora però la procedura esecutiva ha seguito il suo corso. Così, la data dell’asta pubblica per la vendita dei beni della società era stata fissata. Nel tentativo di bloccarla i fratelli Brilli hanno presentato una denuncia penale per usura.

Successivamente, il pm ha ritenuto le accuse fondate e ha fatto partire le indagini per verificare il reato di usura. Il magistrato ha così sospeso per 300 giorni la vendita dei beni e tutti gli adempimenti legati alla procedura esecutiva. Il Tribunale di Latina ne ha preso atto a due giorni dall’asta.

L’usura bancaria va combattuta anche a distanza di anni

Questa importante vicenda mostra come, a distanza di anni, è sempre possibile riconoscere l’illecito di usura bancaria.

Ricordatevi, quindi, che l’unico modo per vincere le battaglie contro le banche è affidarsi ad esperti in materia. Che hanno vinto contro gli istituti di credito e garantito il rimborso ai clienti.


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