Piano Banche New Concept Advisory

Un decreto articolato in sei capitoli.

Il “Piano Banche”, decreto del governo con sei interventi sulle banche che vanno al di là del nodo Mps, è pronto.

Gli interventi del piano banche

In difficoltà non c’è solo il Monte dei Paschi di Siena, ma anche Veneto Banca, Popolare Vicenza e Banca Carige. Perché, come ha ricordato ieri anche il direttore generale Klaus Regling, è “Esagerato parlare di crisi delle banche italiane, visto che nel Paese ci sono oltre 600 istituti”.

Le sei mosse del governo prevedono, tra l’altro, un ombrello precauzionale pubblico per le banche alle prese con il percorso che passa dal de-consolidamento dei crediti incagliati e dal conseguente aumento di capitale. Questo scatterebbe per Mps in caso di mancato successo del tentativo di mercato. Ad averne bisogno potrebbero essere anche altri istituti come Veneto Banca, Popolare di Vicenza e Banca Carige. Un meccanismo che nella sua formula più ampia, potrebbe valere fino a 15 miliardi.

Poi c’è il problema delle popolari dopo le pronunce del Consiglio di Stato che hanno sospeso l’applicazione delle nuove regole. Di fatto si tratta di allungare i tempi, aspettando la pronuncia della Corte sulle regole che impongono la trasformazione in Spa. La scadenza fissata dalla legge è il 31 dicembre, l’udienza della Consulta è il 12 gennaio.

Allo studio c’è poi un’ulteriore protezione con l’attivazione di garanzie pubbliche sulle emissioni di liquidità. Il via libera di Bruxelles ottenuto dall’Italia a luglio permette di arrivare fino a 150 miliardi e il decreto dovrebbe avviarne una quota.

Un intervento quello sulla liquidità che, essendo appunto una garanzia, non ha costi immediati perché le spese si attiverebbero solo se venisse esercitata. Il decreto dovrebbe ripescare anche una serie di interventi già elaborati in fase di costruzione della legge di bilancio.

Tra questi la disciplina sui nuovi apporti al Fondo di risoluzione, resi necessari anche dalle difficoltà incontrate dal processo di vendita delle quattro “Good Banks” nate dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara.

Il caso Mps

Intanto il destino di Mps sarà delineato a breve. In questi giorni, i vertici della banca senese conosceranno il risultato della seconda tranche di conversione in azioni dei bond subordinati e, soprattutto, sapranno cosa possono aspettarsi dall’aumento di capitale.

Se Rocca Salimbeni si renderà conto che la risposta del mercato è troppo fredda, allora sarà necessario l’intervento del Governo. L’obiettivo è portare a casa 5 miliardi entro il 31 dicembre. L’operazione è rivolta soprattutto ai 40.000 piccoli risparmiatori in possesso di subordinati per 2 miliardi. L’offerta, però, riguarda anche i titoli Fresh emessi nel 2008 per l’acquisizione di Antonveneta.

La loro adesione è ormai data per presa. Questo frutterà a Mps circa 200 milioni di euro. Più che l’esito della conversione, però, determinante sarà la risposta degli investitori all’aumento di capitale. Riservato per il 65% agli istituzionali e per la restante parte ai risparmiatori. Se l’amministratore delegato Marco Morelli si renderà conto che non c’è nulla da fare, allora sarà necessario l’intervento dello Stato.

Le opzioni sul tavolo sono diverse. Se la cifra raccolta da Mps si avvicinasse ai 5 miliardi, lo Stato potrebbe limitarsi a partecipare all’aumento di capitale. In questa maniera, investirebbe 200 milioni di euro per confermare la sua quota.

Se l’operazione di mercato si rivelerà un flop, invece, il Governo dovrà intervenire con un decreto. A quel punto ne farebbero le spese gli azionisti e i possessori di bond subordinati, anche se il Tesoro sta cercando una strada per salvaguardare i piccoli risparmiatori.

Le banche italiane stanno affrontando un momento difficile

La necessità di risollevare le banche tramite questi piani dimostra le difficoltà reali che alcuni grandi istituti bancari italiani stanno affrontando. Purtroppo una cattiva gestione delle banche nel corso degli anni ha portato a questa crisi, che potrebbe gravare anche sui risparmiatori.

Un esempio degli effetti di questa crisi bancaria è data dalla situazione delle banche venete.


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