Esiste un’età giusta?

Qual è l’età giusta per accendere un mutuo? Quello dell’età è un fattore importante, a volte determinante, per una banca che deve decidere se accettare di erogare un finanziamento.

Ovviamente non esiste una risposta univoca; ovviamente dipende dai diversi istituti di credito, ma anche da caso a caso e anche dalla durata del finanziamento. La curva e le prospettive di vita comunque influiscono in modo diretto sulla possibilità della concessione di un mutuo.

età giusta 2Più che una regola vera e propria esiste una tendenza delle banche: quella che alla fine dell’ammortamento, ovvero l’ultima rata, l’età del mutuatario non debba superare i 75 anni. Questo significa che se un sessantenne si presenta ad una banca per richiedere l’accensione di un mutuo, non potrà che sottoscriverne uno della durata di massimo 15 anni.

Ci sono poi le eccezioni, ci sono banche che arrivano a far sottoscrivere dei mutui anche fino agli 80 o, anche in alcuni rarissimi casi, agli 85 anni. Ma sono decisioni che dipendono da vari fattori: il tipo di garanzia offerto dal mutuatario e dal suo garante, l’età stessa del garante, le condizioni reddituali di chi vuole accendere il mutuo. E gli 80 anni sono anche il limite massimo stabilito dalla legge italiana. La valutazione del rischio relativo all’età è completamente a carico della banca, che utilizzerà non solo questo criterio per decidere l’eventuale erogazione.

Esistono poi delle condizioni particolari, che permettono agli anziani di usufruire di particolari forme di finanziamenti o prestiti, che permettono di ottenere delle somme più limitate nella loro entità. Si tratta però di una possibilità offerta solamente dall’Inps e non da un istituto bancario. Una possibilità che contempla che la rata del prestito non superi del 20% la quota della pensione percepita.