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Svelati i nomi dei debitori di Mps

Vengono rivelati i nomi dei debitori di Mps, banca che a breve sarà finanziata dallo Stato per la sua ripresa. Molti imprenditori e aziende edili.

Migliaia di euro perduti

Storie di soldi che evaporano e di vicende che hanno contribuito ad affondare la banca. Mps ha finanziato, come noto, aziende poi entrate in crisi: la Risanamento di Luigi Zunino o Sorgenia del gruppo De Benedetti con 600 milioni di esposizione complessiva Mps a fine 2014 trasformati, dopo la ristrutturazione di parte del debito, in 88 milioni di strumenti finanziari partecipativi e 44 milioni di obbligazioni.

Anche Giuseppe Statuto, proprietario di lussuosi hotel come il Four Season e il Mandarin a Milano o il San Domenico di Taormina sta dando grattacapi al Monte. Dopo diverse rate del mutuo da 160 milioni non pagate Mps gli ha pignorato l’Hotel Danieli di Venezia.

Ora per Siena rischia seriamente di aprirsi il fronte Mezzaroma. La Impreme, holding di famiglia, è insolvente e starebbe cercando la protezione di un concordato. Mps e Unicredit sono esposte per centinaia di milioni. Già nel 2013 era stato firmato un accordo di ristrutturazione ma i successivi piani industriali sono stati clamorosamente “bucati” con 100 milioni di perdite tra il 2014 e il 2015. In più l’azienda ha ricevuto decreti ingiuntivi, istanze di fallimento e ipoteche giudiziali su una parte significativa del patrimonio immobiliare.

Una cattiva gestione del denaro

Tanti soldi del Monte sono a rischio. Già qualche anno fa se n’erano andati una cinquantina di milioni per la scalata a debito di Massimo Mezzaroma al Siena calcio, fallito un anno fa. A Mantova il costruttore calabrese Antonio Muto, aveva ottenuto 27 milioni da Mps nel 2011 per costruire su un’area di 21.000 metri quadrati in piena città. Secondo le informative dei carabinieri aveva relazioni ad altissimo livello a Siena, dove andò più volte. Nel 2015 l’allora presidente del consiglio comunale di Mantova, Giuliano Longfils, presentò un esposto in procura: la società di Muto è fallita nel maggio 2015, sono stati sostenuti costi di circa 13 milioni per i lavori (cifra confermata da una perizia del tribunale). Dunque che fine hanno fatto gli altri 14 milioni? Nessuna notizia, per ora. E intanto Mps dovrà salutare quei 27 milioni.

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Così come i 20 milioni destinati a un progetto immobiliare promosso anni fa dal Comune di Colle Val D’Elsa attraverso la controllata Newcolle, poi fallita. Solo che la Newcolle è partecipata al 49% dal Monte. Un imbarazzante intreccio: Mps per far valere i suoi diritti di creditore dovrebbe danneggiare se stesso. Con la Valorizzazioni Immobiliari (Vim) è andata anche peggio: 166 milioni di perdita negli ultimi tre bilanci. Era del Monte fino al 2008, gestiva un pacchetto di immobili non strumentali. Quell’anno fu venduta alla coppia Lehman Brothers-Sansedoni (Fondazione Mps) che pagarono con i soldi prestati dal Monte. Poi il mercato immobiliare è crollato e Lehman pure. Vim ora è in liquidazione e invece di essere un problema della Fondazione è legata alla banca che l’aveva venduta. Lasciandoci dentro 150 milioni di crediti.

Una banca dalla storia travagliata

Questa lunga lista di debitori mostra come Mps sia stata una banca gestita male nel corso degli anni. E adesso è a rischio anche lo Stato. Infatti, salvando Mps con il decreto Salvabanche, il nostro paese è in una posizione precaria, in cui è possibile anche un’ulteriore perdita di denaro, che potrebbe ricadere sui cittadini.


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