Mps New Concept Advisory

Si avvicina la ricapitalizzazione di Mps

Monte dei Paschi di Siena smentisce l’ipotesi di una fusione con le banche venete. Al contempo, afferma che per la ricapitalizzazione saranno necessari oltre 10.000 licenziamenti.

No alla fusione con altri istituti e licenziamenti necessari

Una notizia che ha fatto rimanere di stucco molte persone. Stiamo parlando dell‘ipotesi di una fusione tra il colosso Mps e le banche venete, per fronteggiare il loro stato di crisi. Ma ormai la situazione delle tre banche prese in questione è molto diversa. Mentre le banche venete (BpVi e Veneto Banca) sono ancora vicine al crollo, Monte dei Paschi ormai è verso la completa ripresa. Per questo motivo, l’indiscrezione che è trapelata in questi giorni ha suscitato molti timori nei vertici della banca di Siena, che si sono subito prodigati a rispondere a riguardo. Infatti allo stato attuale delle cose, è molto improbabile che uno scenario del genere si realizzi. Questo perché, entro breve, ci sarà l’ok per l’aiuto che dovrà fornire lo Stato all’istituto di credito. Si parla addirittura di poche ore, tanto che in settimana potrebbe arrivare il salvataggio tanto sperato per Mps. Ricordiamo che Monte dei Paschi attende da gennaio i fondi necessari alla ricapitalizzazione.

La ricapitalizzazione del colosso di Siena, tuttavia, porterà con sé anche elementi molto negativi. Stiamo parlando degli esuberi necessari per far ritornare tutte le contabilità in ordine. Questa volta il numero è davvero alto: oltre 10.000 licenziamenti, necessari affinché tutto riparta con i giusti guadagni. Sorge spontanea la domanda, a fronte di una situazione del genere: ma questi lavoratori dove andranno? Il governo non ha, al momento, alcuna soluzione a riguardo. Semplicemente, saranno licenziati e si troveranno senza lavoro. Una prospettiva che aumenterebbe ancora di più il tasso di disoccupazione, ma non solo. Uno scenario del genere metterebbe in risalto quanto sia diventato instabile il mondo dei funzionari bancari, spesso buttati fuori non per poca diligenza o voglia di lavorare, ma semplicemente per far rientrare le contabilità delle aziende di credito.

Banche venete allo sbaraglio

Eliminata anche l’ipotesi della fusione con Mps per sanare i loro debiti, le banche venete sono in uno stato di totale caos. Il miliardo richiesto dall’Ue pesa come un masso inamovibile sugli istituti, che cercando disperatamente una soluzione, prima di arrendersi al tanto agognato e odiato bail-in. Mentre Padoan ha rassicurato gli italiani che questa prospettiva non accadrà nella realtà, al momento rimane l’unica soluzione materialmente fattibile. Questo perché gli investitori non vogliono utilizzare il loro denaro in azioni o depositi presso degli istituti in crisi.

Al momento non resta che attendere e sperare che non cada un’altra tegola sulla testa dei correntisti italiani che, in caso di bail-in, dovrebbero accollarsi spese non indifferenti per far riprendere le banche venete.

Una ripresa a caro prezzo

Il futuro di Mps sembra che si stia rivelando positivo. Infatti a breve potrebbe arrivare la ricapitalizzazione dell’istituto, che porterà a una ripresa dei guadagni della banca. La nota negativa, però, risiede nei 10.000 esuberi richiesti.

Ricordiamo che non è la prima volta che Mps decide di licenziare dei propri dipendenti per favorire la ripresa della banca.


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