Veneto Banca Crisi New Concept Advisory

Due fratelli che hanno perso tutto

Mara e il fratello Claudio raccontano come i loro soldi si sono letteralmente azzerati a causa della crisi di Veneto Banca. Inoltre, sono stati anche raggirati dai funzionari della banca. Una triste storia che riflette lo stato di altri 200 mila italiani.

Mara e Claudio, vittime della crisi di Veneto Banca

Veneto Banca. La protagonista di questa storia è Mara Fagan, 54 anni, una donna che si è ritrovata senza un centesimo dopo tutte le vicissitudini di Veneto Banca e Popolare Vicenza. Ricordiamo che, dopo tante scelte sbagliate e truffe attuate dagli istituti veneti, l’ultima stangata per i piccoli risparmiatori è stata la fusione con Intesa Sanpaolo. Lo Stato aveva promesso di tutelare tutte le persone (cittadini e clienti di banca) grazie all’aiuto di Stato e alla fusione con il colosso bancario Intesa, ma la realtà è ben diversa.

Mara racconta in un’intervista come si è svolta la sua storia, dalla conclusione molto triste, assieme al fratello Claudio. Una persona che ha compiuto un gesto estremo, pur di farsi ascoltare da qualcuno e tentare di cambiare la sua situazione, che ormai stava scendendo in un abisso senza fine.

Banche New Concept Advisory
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“Il mio è stato un gesto che può essere recuperabile, perché da un’iniezione di insulina si può essere salvati. Ma quelle persone che si sono messe una corda intorno al collo o che si sono date fuoco… quelli sanno che non c’è un punto di ritorno”. Inizia il suo racconto così, mettendo subito in chiaro come i debiti o le scelte sbagliate delle banche possano portare alla disperazione.

Claudio, il fratello, prova a raccontare con più calma la vicenda. “Siamo clienti di Veneto Banca, una di quelle banche che in questi giorni ha dichiarato fallimento, nonostante sia stata acquisita da Banca Intesa. I nostri soldi sono stati polverizzati. Vale per noi come per altre 200 mila circa persone”.

Questo sembra che sarà il destino di moltissimi piccoli azionisti che, a causa della fusione con Intesa, si sono ritrovati con le spalle al muro. Uno scenario terribile, che fa chiedere a volte quali siano i veri interessi dello Stato. Sono più importanti le banche o i cittadini per il nostro Governo? Dalle storie che stiamo ascoltando sembra che solo le prime contino qualcosa. Una vergogna.

Il raggiro dei funzionari

Il problema è che Veneto Banca ha sbagliato fin dal principio con Mara, proponendole un contratto del tutto fuorviante. Infatti sia a Claudio che all’insegnante erano stati proposti dei titoli di Stato BTP, che sulla carta, sono molto sicuri. Il loro funzionamento è semplice: ogni sei mesi ci sono dei documenti che parlano dello stato dei titoli. Poi c’è il rimborso dei soldi utilizzati dopo alcuni anni. Nel caso di Mara, i titoli scadevano nel 2029. Così, un funzionario di Veneto Banca ha convinto i due malcapitati ad acquistare delle obbligazioni. Ed è da qui che inizieranno i problemi per la famiglia. Inizialmente raggirati dal dipendente di banca, che affermava che i titoli erano “totalmente sicuri”, i due fratelli si sono tranquillizzati e sono andati avanti nella pratica.

Successivamente, i titoli si sono rivelati convertibili, senza che Claudio o Mara sapessero nulla a riguardo. Il prospetto informativo dei loro titoli arrivò solo dopo tre anni ed era di 300 pagine. In pratica, incomprensibile o quasi per un normale cittadino.
Presi dallo spavento e da mille sospetti, le due vittime del raggiro sono andate in banca, intimando di trovare immediatamente una soluzione al problema sorto e di far riavere tutti i loro soldi indietro. La banca fa orecchie da mercante e propone delle fantomatiche mediazioni nel tempo, mai però attuate nel pratico. Una truffa in pieno stile.

La totale indifferenza e il gesto estremo di Mara

Infine, arriva la mazzata finale. La fusione con Intesa sancisce l’intera perdita del capitale di Mara. Così lo sconforto e la rabbia iniziano a far breccia nel cuore della donna.
“Ho avuto una volta, una risposta da un dirigente, di Veneto Banca, dal Presidente di Veneto Banca, che quando gli ho detto potrei fare un gesto estremo mi è stato risposto lo faccia! Io mi sono sentita morire, mi ha uccisa dentro”.

Totale indifferenza verso la povera Mara, che ormai era pronta a far di tutto pur di farsi ascoltare. Così arrivò al gesto estremo:
“Il mio gesto è stato dettato dalla disperazione perché quando ci siamo recati nella sede di Montebelluna di Veneto Banca e il direttore della filiale mi ha mostrato sullo schermo del computer l’intestazione di Intesa San Paolo, come a dirmi signora, qui non ce ne è più per nessuno, i contatti che lei vuole avere con la sede di Veneto Banca sono improponibili. Io mi sono vista persa. Ho pensato: vediamo se con questo gesto qualcosa si muove, se mi mettono in contatto con qualcuno”.

Così, dopo pochi minuti, decide di iniettarsi dell’insulina tramite siringa. Il fratello Claudio parla di circa 60 unità, forse anche meno. Un vero shock per i presenti, che hanno assistito alla scena.

Dopo pochi minuti, è giunta l’ambulanza e i soccorritori hanno dato le cure necessarie a Mara. Un epilogo triste che non ha portato ad alcun risultato, se non quello di far arrivare dei dirigenti da Milano che hanno risposto freddamente alle richieste della donna.

Mara ormai è distrutta e fa la sua ultima riflessione:

“Io posso dire che in questo caso non sono fallite solo le banche ma è lo Stato che ha fallito. Perché se lo Stato ci porta a dover fare questi gesti per farci ascoltare, ha fallito!”.

La tutela del cittadino è fondamentale

Questa triste storia dimostra come le banche non si curano minimamente delle ingiustizie attuate verso i loro clienti. Tra raggiri e mosse per arginare la crisi dell’istituto di credito, sono state portate al lastrico moltissime persone.

Reagite a questi soprusi. I vostri soldi non devono andare persi! Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, chiamateci: 0375-833181.


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